Descrizione
Resurrezione di Cristo
Icona Russa
Russia Centrale, XIX° secolo
Dimensioni: cm. 35.00 x 30.00
Tempera su legno
Certificato di Autenticità
Resurrezione di Cristo
In Oriente la Pasqua non rientra nel novero delle dodici grandi festività: “essa è a loro superiore, è il punto di vista fondamentale attraverso il quale tutta la storia della salvezza viene sperimentata, vissuta e annunciata”.
L’iconografia rispetta il silenzio dei Vangeli sul momento della Resurrezione. Nei primi secoli del cristianesimo le raffigurazioni traggono spunto, nel testo evangelico, dal racconto dei testimoni indiretti dell’evento; solo nell’XI secolo compaiono le prime rappresentazioni di Cristo nell’atto di risorgere.
La discesa di Cristo agli inferi è un evento misterioso, che la tradizione vuole si compia il venerdì santo: dopo la morte in croce e prima della resurrezione, Cristo scende agli inferi, raggiungendo l’estremità della caduta e collocandosi nel cuore stesso della creazione. L’idea centrale dell’immagine è dunque il trionfo sulla morte e sulle forze di Satana: “Cristo è risorto dai morti, con la morte ha calpestato la morte, e a coloro ch’eran nelle tombe ha donato la vita” (Tropario di Pasqua).
L’antica iconografia bizantina, al pari di quella occidentale, recepisce come dominante il motivo della vittoria su Satana e della liberazione dagli inferi di giusti e progenitori: “le porte di bronzo caddero infrante e si spezzarono i chiavistelli di ferro e tutti i morti che erano legati furono sciolti dalle loro catene e il Re della gloria, entrò in figura di uomo, e tutte le tenebre dell’inferno furono illuminate” “Allora il Re della gloria afferrato per la sommità del capo il gran satrapo Satana, lo consegnò agli angeli e disse: “Legate con catene di ferro le sue mani, i suoi piedi, il suo collo e la sua bocca” (Vangelo di Nicodemo).
L’icona mostra nella metà inferiore la vecchia modalità raffigurativa della Chiesa ortodossa con la discesa di Cristo all’inferno. Al centro si trova Cristo sulle porte in frantumi dell’inferno, circondato da una mandorla raggiante. Prima libera il padre dell’umanità, Adamo, sollevandolo a sé per il polso e dietro si trova Eva, ancora nelle fauci dell’inferno.
Dietro Adamo, dalla gola dell’inferno, si solleva sino alle porte del Paradiso una schiera sterminata di redenti dalla morte e dalla resurrezione di Cristo. Lì li aspetta il ladrone buono, crocifisso con cristo, davanti al paradiso chiuso. Un cherubino fiammeggiante è di guardia alla porta.
A destra, in basso, Cristo salva dall’annegamento nel lago di Tiberiade Pietro che gli va incontro sulle acque, seguito da giovani pescatori.
Nella parte superiore del dipinto è rappresentata la concezione occidentale della festa di Pasqua. Al centro Cristo si libra sul sepolcro, nel quale rimane solamente il panno di lino che lo avvolgeva. A sinistra del sepolcro giacciono i soldati dormienti che avrebbero dovuto fare la guardia al sepolcro. Sopra, gli angeli si affrettano alla porta dell’inferno per distruggerla. In un arco di porta si riconosce un angelo mentre combatte le forze delle tenebre.
Al di sopra, Pietro, attonito, si piega sul sepolcro vuoto, mentre sulla destra del sepolcro siede un angelo che accoglie le sante donna. Nella parte più alta a destra, accanto a Cristo, nel giardino del Paradiso, compaiono i profeti Elia e Enoch.
Sulla cornice esterna dell’icona sono raffigurati quattro santi devozionali; nel bordo laterale sinistro, in alto si trova il santo monaco Giovanni di Welikij e sotto il santo monaco Paisij . A destra, in alto, il santo martire e protettore dei medici e farmacisti, San Panteleimon, al di sotto, il santo monaco Niphont.
L’iscrizione in alto recita: “ Resurrezione di Gesù Cristo”.
L’icona, opera della Russia centrale, risale al 1850-1880, presenta piccoli segni di restauro ed è ottimamente conservata.