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Descrizione

 

Madonna di Vladimir

Icona Russa

Russia Centrale metà 19° secolo

Dimensioni: cm.25.50 x 30.50

Tempera su legno

 

 

Certificato di autenticità

Madonna di Vladimir

La Madre di Dio di Vladimir è forse la variante più celebre di Madonna della Tenerezza, o Eleùsa (in russo, Umilenie}. Secondo la tradizione, la prima Madonna di Vladimir fu dipinta dall’evangelista Luca sulla tavola su cui consumava abitualmente i pasti la sacra famiglia. Eseguita quando la Vergine era ancora in vita, l’icona le sarebbe stata offerta in dono e Maria, nel riceverla, avrebbe esclamato: “La grazia di colui che da me è nato e la mia siano con questa icona”.

Nel 450 prosegue la tradizione, la Madonna di Vladimir fu trasportata da Gerusalemme a Costantinopoli e da qui, all’inizio del XII secolo, a Kiev. Gli storici dell’arte l’attribuiscono all’arte bizantina dell’epoca macedone (XI secolo).

Nel 1160 l’icona fu collocata nella Cattedrale della Dormizione (Assunzione) della città di Vladimir, dalla quale prese il nome.

Nel 1395 venne trasferita a Mosca, nell’ iconostasi della Cattedrale della Dormizione del Cremlino, dove rimase fino al 1917. Attualmente l’icona appartiene ai fondi della Galleria Tret’jakov di Mosca.

Celebre per i suoi interventi miracolosi, l’icona sfuggì a molti incendi e devastazioni tartare. Dopo il trasferimento a Mosca, la si trova presente a tutti gli avvenimenti politici del paese come il vero tesoro sacro della nazione. In particolare, l’immagine era venerata per aver liberato la Russia dal nemico per ben tre volte. Queste vittorie si celebrano in tre giorni distinti.

Il 26 agosto si ricorda la miracolosa liberazione di Mosca dall’invasione di Tamerlano, uno dei più efferati conquistatori della storia mondiale. Nel 1395, il giorno stesso del trasferimento da Vladimir a Mosca, la Madonna apparve in sogno a Tamerlano, che riposava nella propria tenda: egli vide una grande montagna, dalla cui cima scendevano i gerarchi reggendo pastorali dorati, guidati dalla Madonna in paramenti scarlatti e circondata da una incredibile quantità di schiere m armi. La Vergine rivolse uno sguardo minaccioso su Tamerlano e gli ingiunse di lasciare immediatamente la. terra russa. Come si legge negli antichi annali, Tamerlano “spaventato e terrorizzato, in preda all’orrore, si dibatte, e si legge la paura nel suo cuore, il terrore nell’anima sua e lo sgomento nelle ossa “. Senza battersi, egli ordina alle proprie truppe di ritirarsi dalla Russia.

Il 23 giugno si celebra la liberazione della Russia dall’attacco di Achmet Khan (1480). La vittoria segnò la fine definitiva del giogo tartaro che affliggeva la Russia da due secoli e mezzo. La celebrazione del 21 maggio infine ricorda due avvenimenti: il miracoloso “ritrovamento” dell’ icona nella casa del metropolita Varlaam e la liberazione di Mosca dal Khan dei tartari di Crimea Machmet Girej,  avvenuta secondo la tradizione per intercessione della Vergine nel 1521, quando il Khan si trovava ormai a pochi chilometri dalla città ma, terrorizzato dalla visione di un potente esercito, si ritirò precipitosamente.

La Madonna di Vladimir era venerata come patrona e protettrice della Russia. Al cospetto della sua  immagine, nella Cattedrale della Dormizione, avveniva l’elezione dei Patriarchi e dei Metropoliti.

Sotto l’aspetto iconografico, il canone mariano “della tenerezza” è, assieme a quello della Vergine  Odigitria, il tipo di raffigurazione della Madre di Dio più diffuso e produttivo in Russia, e la Madonna  di Vladimir ne è senza dubbio la variante più amata.

Il canone iconografico della Madonna “della tenerezza” è contraddistinto dall’abbraccio che lega Maria al Figlio: in uno slancio vivo e affettuoso, il Bambino accosta il capo alla guancia della Madre, che lo stringe amorevolmente a sé. È la più dolce immagine della Madre di Dio con il Bambino,  quella che più di ogni altra esprime la dimensione materna di Maria. In essa il dogma dell’incarnazione si esprime in tutta la pienezza di evento realizzato, nella perfetta fusione di divino e umano.

La Madonna “della tenerezza” di Vladimir è contraddistinta da due suggestivi particolari: è visibile la mano sinistra di Gesù che cinge il collo di Maria e la gamba sinistra di Cristo è piegata in modo che il piccolo piede risulta rivolto di pianta.

L’icona in esame è un tipico esempio di pittura della Russia centrale, risale alla metà del 19° secolo, la fine pittura, il  parsimonioso uso dell’oro e i vivi colori oltre all’espressione dei volti, denotano un ottima scuola.

Sui bordi esterni della tavola sono raffigurati: a sinistra l’Angelo Custode e a destra una santa devozionale.

 

Mario Mossa

Bari, 7 Settembre 2014

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